Il film “Strange Darling” si presenta come una sfida per la critica cinematografica, grazie alla sua struttura narrativa che punta tutto sull’elemento della sorpresa fin dal primo istante. Già nel corso della breve introduzione, una voce femminile interroga un uomo, chiedendogli se sia un serial killer. Il successivo fotogramma fornisce immediatamente una risposta, portandoci a conoscere il “cosa” della storia, ma lasciandoci con la curiosità del “come”. Questo incipit getta le basi per un viaggio avvincente e pieno di colpi di scena.
Il marketing del film ha fatto leva sui complimenti ricevuti da autori del calibro di Stephen King e Mike Flanagan, ma ciò che realmente interessa il regista J.T. Molner è l’approvazione di un altro famoso cineasta. Pur non potendo rivelare ulteriori dettagli specifici, è chiaro che la forma della pellicola è un elemento essenziale per il suo effetto sorprendente. I cinefili più esperti, una volta individuato il riferimento, possono scoprire le connessioni e le logiche straordinarie della narrazione, rimanendo comunque coinvolti dalla suspense.
Quello che emerge chiaramente è che “Strange Darling” è una vera e propria pellicola post-MeToo. Sebbene possa sembrare inaspettata, date le tempistiche dei social media, dove un mese può equivalere a un anno, la sua audacia non sorprende affatto. Seppur manchi del coraggio di opere come Homicide di David Mamet, il film riesce a offrire una prospettiva nuova e interessante sul tema, presentando anche lievi attenuanti per il protagonista maschile, ma con una tematica che invita a riflessioni profonde.
La pellicola ha avuto un’accoglienza entusiastica dall’altra parte dell’oceano, testimoniando che le condizioni per produzioni di questo tipo sono finalmente mature. Potremmo addirittura avanzare l’idea che il film esprima un certo senso di frustrazione, una conseguenza parallela al movimento MeToo, anche se questa interpretazione potrebbe risultare audace. La verità è che “Strange Darling” ha come obiettivo principale quello di sconvolgere le certezze dello spettatore, facendogli perdere il terreno sotto i piedi.
Nonostante questa disquisizione seria, il film è una realizzazione ingegnosa, un’opera che ricorda le suggestioni di un’epoca passata in cui simili narrazioni conquistavano gli appassionati nei video store. Se fosse uscito nei primi anni 2000, periodo di saturazione di opere simili, probabilmente avrebbe avuto un impatto minore; invece, oggi appare come un prodotto fresco e innovativo.
Inoltre, la figura del serial killer protagonista si propone per una significativa inclusione nella galleria di personaggi iconici del genere, assicurandosi una seconda vita nel mondo dei memes e intrattenendo il pubblico con la sua audace ironia.
“Strange Darling” si configura come una pellicola da non perdere. Con il suo mix di suspense, provocazione e un tocco di genialità, riesce a catturare l’attenzione e a stimolare la riflessione. Un vero e proprio invito a immergersi in un’esperienza cinematografica ricca di sorprese e di emozioni, che saprà sicuramente resistere alla prova del tempo.