
Il suono di una caduta arriva in Italia con grande attesa: l’opera seconda di Mascha Schilinski, già acclamata dopo la sua presentazione in concorso a Cannes, sbarca in anteprima nazionale al 43° Torino Film Festival nella sezione Fuori Concorso. Dopo aver ottenuto il Premio della Giuria a Cannes e numerose candidature, il film sarà distribuito nelle sale italiane da I Wonder Pictures, consolidando il suo percorso internazionale e l’attenzione della critica.
Si tratta di un racconto decisamente corale e generazionale, ambientato in una fattoria del nord della Germania e concepito per attraversare un secolo di vissuti femminili. La pellicola esplora come i traumi, le memorie e gli eventi quotidiani rimbalzino tra le epoche, modificando percezioni e rimandi emotivi: un lavoro che pone al centro la memoria, il corpo e il tempo, intrecciando destini e risonanze.
Schilinski costruisce il film attorno all’idea del ricordare come esperienza incarnata: «Mi è stato chiaro fin dall’inizio che Il suono di una caduta è, tra le altre cose, un film sull’atto stesso di ricordare», ha spiegato la regista. La regia indaga la percezione e la memoria mostrando come sia possibile ricordare attraverso il corpo, osservandosi quasi dall’esterno dopo il passaggio di un evento, e adottando un punto di vista profondamente soggettivo e frammentato.

Al centro della vicenda ci sono quattro ragazze che trascorrono la loro giovinezza nella stessa fattoria. Mentre la casa si trasforma nel corso dei decenni, le pareti continuano a risuonare degli echi del passato: elementi, gesti e segreti si propagano come onde che collegano generazioni diverse, creando risonanze che rendono i loro destini speculari nonostante la distanza temporale.
La reazione della critica internazionale è stata immediata e forte: dopo l’anteprima mondiale il film è stato definito da molti osservatori «il film più importante di Cannes» e «qualcosa di cinematograficamente mai visto». Schilinski è stata salutata come una nuova voce europea di grande potenza, capace di mescolare sensibilità visiva e profondità tematica in un’opera tanto ipnotica quanto suggestiva.
Sul piano dei riconoscimenti Il suono di una caduta ha già accumulato premi e nomination: oltre al Premio della Giuria a Cannes, ha ottenuto otto candidature agli European Film Awards e la Germania lo ha selezionato come candidato all’Oscar 2026 nella categoria Miglior film internazionale, testimonianza dell’apprezzamento suscitato a livello continentale e della sua capacità di parlare a un pubblico ampio.

Per il pubblico italiano l’appuntamento è doppio: prima l’anteprima italiana al 43° Torino Film Festival nella sezione Fuori Concorso, poi l’uscita cinematografica programmata per il 26 febbraio, giorno in cui I Wonder Pictures distribuirà il film nelle sale. Il percorso festivaliero e la distribuzione saranno determinanti per consolidare il passaparola attorno a questa opera di respiro internazionale.
Dal punto di vista stilistico Mascha Schilinski propone un linguaggio cinematografico ricco di suggestioni: uno stile unico e visionario che valorizza il racconto al femminile, i rimandi temporali e l’uso del suono come materiale narrativo. Nel film il titolo stesso, Il suono di una caduta, diventa metafora di cadute interiori, ricadute di memoria e frammenti che compongono un immaginario sensoriale.
Per gli spettatori e gli appassionati di cinema si tratta di un’occasione imperdibile per scoprire una regista in piena maturazione artistica e un film che promette di restare nella conversazione culturale. Seguire le proiezioni festivaliera e la successiva programmazione in sala sarà il modo migliore per apprezzare la complessità visiva e tematica dell’opera.




