“Woman of the Hour”, disponibile su Netflix, segna il debutto alla regia di Anna Kendrick, già celebre per ruoli in franchise di successo come Twilight e Pitch Perfect. Questo film non è solo un palcoscenico per le sue doti recitative, ma rappresenta anche un passo significativo nella sua carriera, mostrando la sua versatilità e talento dietro la macchina da presa. Con Woman of the Hour, Kendrick esplora una storia avvincente e profonda, affrontando temi complessi e attuali che la posizionano come una figura influente nel panorama cinematografico contemporaneo.
La trama si sviluppa attorno alla vita di Rodney Alcala, un noto serial killer accusato di aver assassinato fino a 130 persone, sebbene solo otto omicidi siano stati ufficialmente confermati. Il film utilizza la vicenda di Alcala come sfondo per trattare questioni più ampie riguardanti l’emancipazione femminile, attraverso gli occhi di Sheryl, una giovane aspirante attrice. Dopo diverse audizioni deludenti, Sheryl decide di partecipare a Il gioco delle coppie, un popolare dating show, sperando che possa darle la visibilità necessaria per la sua carriera.
Durante il programma, Sheryl incrocia il cammino di Alcala, che si presenta come un affascinante fotografo in cerca di nuovi volti. Poco dopo, diventa chiaro al pubblico quanto possa essere spietato questo individuo mascherato da gentiluomo, mentre solo pochi individui, come la fidanzata del fratello di Sheryl, cominciano a sospettarne la vera natura. Nonostante la sua segnalazione alle autorità, il suo allerta viene ignorato, rivelando una triste verità: il costante silenzio verso le donne anche di fronte a minacce evidenti.
“Woman of the Hour” tocca temi delicati come la misoginia e la negligenza delle forze dell’ordine nel prendere sul serio le denunce femminili. La vicenda di Alcala, basata su fatti reali, illumina la drammatica complicità del sistema nel minimizzare le voci e le esperienze delle donne. Pur non essendo chiaro quanti siano stati esattamente i suoi crimini, il film mette in evidenza come la brutalità di Alcala sia stata alimentata dall’indifferenza di una società che spesso trascura le segnalazioni femminili.
Attraverso una narrazione incisiva, “Woman of the Hour” offre uno spaccato della società americana degli anni ’70, analizzando la misoginia e l’oggettivazione sessuale delle donne. In un periodo in cui molte donne combattevano per l’identità e i diritti, il film sottolinea le ingiustizie e le violenze di genere che continuano a persistere anche oggi. La figura di Alcala diventa simbolo delle conseguenze devastanti di una società che ignora le esperienze femminili e minimizza la discriminazione di genere.
La regista Anna Kendrick affronta con delicatezza e fermezza il tema della lotta per la parità e la dignità femminile, mostrando che questa battaglia è attuale e necessaria. Utilizzando il caso di cronaca di Alcala, Kendrick dipinge un’America degli anni ’70 segnata da profondi conflitti razziali e misoginia sistematica, contemporaneamente alla nascita della seconda ondata del femminismo.
Non solo vengono esplorate le atrocità commesse da Alcala, ma il film colloca anche questi eventi in un contesto in cui le donne sono vulnerabili rispetto alla minaccia di un serial killer. Kendrick incorpora parti della sua esperienza personale come attrice, riflettendo sull’imbarazzo e sulle difficoltà delle audizioni nella sua carriera. In un’industria che spesso riduce le donne a semplici oggetti, il film mostra un ambiente in cui le donne affrontano battute inappropriate e molestie, mentre sono soggette all’arroganza di registi e produttori.
Riflettendo sulla dura realtà in cui le donne devono difendersi dalla violenza e dalla marginalizzazione culturale, Woman of the Hour emerge come un thriller avvincente e una critica sociale potente. Ci invita a confrontarci con le cosiddette “ingiustizie” di un sistema giudiziario inadeguato, dove le testimonianze femminili vengono spesso sottovalutate. Questo ciclo di impunità per Alcala è emblematico di un problema ben radicato nel tessuto della nostra società.
Con una regia sicura e una narrazione coinvolgente, “Woman of the Hour” non è solo un appassionante thriller di true crime, ma anche un’opera che stimola riflessioni necessarie sui temi della misoginia e della violenza di genere, invitandoci a considerare le sfide che le donne continuano ad affrontare in una società che deve ancora cambiare.