Netflix propone dal 25 ottobre il film horror-thriller “Don’t Move” che segna il ritorno di Sam Raimi (foto sotto) come produttore, quasi un decennio dopo aver prestato il suo nome per “Don’t Breathe”, un racconto di invasione domestica dal colpo di scena inquietante. Anche questa pellicola si presenta come un altro shock di genere breve e incisivo, ricco di adrenalina. L’elemento distintivo? Un thriller di serial killer dove il topo non ha possibilità di fuggire.
La protagonista, Iris, interpretata dalla bravissima Kelsey Asbille, si trova a affrontare una situazione disperata. Colpita dal lutto per la perdita del figlio e contemplando il suicidio all’inizio del film, viene drogata da uno sconosciuto che incontrato su un sentiero durante un’escursione iniettandole una sostanza paralizzante. Con solo 20 minuti a disposizione prima che il farmaco faccia effetto, Iris deve affrontare una corsa contro il tempo per salvare se stessa. La sfida non è solo se Iris riuscirà a scappare dal suo assassino, ma se avrà il tempo di sopravvivere abbastanza a lungo per riconquistare il controllo del suo corpo.
Il film si distingue per la sua struttura narrativa: si sviluppa in tempo reale, con una durata di circa 85 minuti. Questo approccio consente allo spettatore di vivere l’ansia e la tensione dei personaggi come se fosse presente accanto a loro. Come afferma Finn Wittrock, uno dei protagonisti, “sembra davvero di essere lì con loro, momento per momento”.
Ogni scena del film è studiata per aumentare la tensione, con Iris che si trova continuamente di fronte a ostacoli sempre più difficili da superare. Kelsey Asbille ha descritto il film come un thriller intimo e intenso, dove la lotta per la sopravvivenza diventa una battaglia interiore oltre che fisica. “Lottare disperatamente per superare qualcosa che ti ha lasciato paralizzata è ciò che mi ha colpito di più”, ha dichiarato l’attrice.
La sfida maggiore per Kelsey è stata quella di recitare senza poter utilizzare gran parte del linguaggio del corpo. “Ho dovuto fare molto affidamento sui registi, soprattutto per quanto riguarda la paralisi”, ha spiegato l’attrice. Questo aspetto ha reso ancora più complessa l’interpretazione del suo personaggio, costringendola a esprimere un ampio spettro di emozioni solo attraverso gli occhi e le espressioni facciali.
Da parte sua, Finn Wittrock ha elogiato la capacità della sua co-protagonista di comunicare emozioni profonde nonostante le limitazioni fisiche. “Kelsey ha affrontato un’enorme sfida, riuscendo a trasmettere sensazioni complesse senza quasi alcun movimento corporeo”, ha commentato.
“Don’t Move” è un film avvincente che non mancherà di affascinare gli amanti del genere thriller. La combinazione di una trama intensa, un’interpretazione profonda e un’esperienza immersiva, fanno di questa pellicola un must-see su Netflix e un invito a riflettere sulla forza umana di fronte all’avversità.