Recentemente, OpenAI, la nota azienda fondata da Sam Altman, ha deciso di interrompere l’accesso al suo nuovo strumento di video generativo chiamato Sora. Questa decisione è stata presa dopo una serie di polemiche sollevate da un gruppo di artisti visivi e cineasti che avevano inizialmente ricevuto l’accesso anticipato per fornire feedback sulle prestazioni del prodotto.
Il rilascio di Sora aveva come obiettivo quello di coinvolgere circa 300 creatori nel processo di testing, ma purtroppo le reazioni degli artisti non sono state affatto positive. Un gruppo di tester ha accusato OpenAI di sfruttamento, definendola un’azienda più interessata alla propria immagine pubblica piuttosto che al reale supporto degli artisti. Queste affermazioni sono emerse in una dichiarazione pubblicata sul sito AI Hugging Face.
La lettera degli artisti denunciava il fatto che erano stati attratti in un’operazione di art washing, utilizzando le loro opinioni e feedback per giustificare la funzionalità di Sora. In sostanza, i creatori si sono sentiti come se stessero contribuendo a una campagna pubblicitaria piuttosto che sostenendo un progetto artistico genuino. Solo tre ore dopo il lancio, OpenAI ha deciso di sospendere l’accesso a Sora.
In risposta alle accuse, il portavoce di OpenAI, Niko Felix, ha affermato che Sora è ancora in fase di anteprima di ricerca e che l’azienda sta lavorando attivamente per migliorare le misure di sicurezza, bilanciando al contempo la creatività. Tuttavia, il contenuto della lettera degli artisti ha messo in luce le preoccupazioni legate al lavoro non retribuito svolto da centinaia di testatori.
Molti hanno sottolineato che forniscono il loro tempo e le loro competenze a una realtà valutata oltre 150 miliardi di dollari. È un aspetto sicuramente problematico, considerando che i creatori hanno partecipato per fornire test e feedback senza ricevere una giusta compensazione. Il messaggio chiaro che emerge da questa situazione è che gli artisti stanno chiedendo il rispetto e il riconoscimento per il loro lavoro creativo.
Inoltre, l’annuncio ha rivelato che solo un numero limitato di selezionati vedrà i propri film creati con Sora proiettati, e ciò con una remunerazione minima. Questo ha ulteriormente alimentato il malcontento tra i partecipanti al programma di test, che si aspettavano un trattamento più equo.
Questa controversia ha scatenato un acceso dibattito sulla responsabilità delle aziende tecnologiche nei confronti degli artisti e della comunità creativa. La questione centrale rimane quella di come questi strumenti innovativi possano essere usati in modo etico e come gli artisti possano essere adeguatamente compensati per il loro contributo. La speranza è che OpenAI e altre aziende del settore prendano in considerazione queste preoccupazioni e lavorino per stabilire pratiche più eque e rispettose.