“Night Call”, titolo originale La Nuit se traine, è il sorprendente esordio cinematografico di Michiel Blanchart, un regista belga che ha già attirato l’attenzione con il suo cortometraggio precedentemente selezionato per gli Oscar. Presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2024, il film si distingue per un ritmo incalzante e una narrativa avvincente, tipica dei thriller urbani contemporanei. L’opera di Blanchart esplora il concetto di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato, un tema che risuona profondamente nella società attuale.
Alla base della trama abbiamo Mady, interpretato da Jonathan Feltre, un giovane che lavora come fabbro notturno, rispondendo a richieste di aiuto per serrature bloccate. Questo lavoro apparentemente semplice lo porterà a incontrare una misteriosa ragazza, la cui presenza inaspettata darà il via a una serie di eventi imprevisti. Mady accetta di aiutarla, ignaro del fatto che la sua serata sta per trasformarsi in un autentico incubo.
L’atmosfera calda e tesa di “Night Call” si intreccia con la tensione sociale presente sullo sfondo, richiamando alla mente le recenti proteste per i diritti civili. Blanchart riesce a coniugare thriller e dramma sociale, creando un’opera che non solo intrattiene ma invita anche alla riflessione. Nonostante il film non introduca elementi innovativi nel genere, la narrazione è dinamica e coinvolgente, rendendolo un esempio di cinema autoriale europeo fresco e vibrante.
Il personaggio di Mady evolve in un anti-eroe, costretto a fronteggiare una banda di criminali guidati da un enigmatico Yannick, interpretato da Romain Duris. Questa figura carismatica e minacciosa spinge Mady oltre i suoi limiti, mettendo in discussione le sue capacità e scelte. La tensione cresce, e il film mantiene gli spettatori con il fiato sospeso grazie a un montaggio serrato e a una regia sapiente.
Il racconto si sviluppa attraverso un ritmo forsennato, con azioni frenetiche che si alternano a momenti di pausa, dove la psicologia del personaggio viene messa alla prova. La sceneggiatura, pur richiedendo una certa sospensione dell’incredulità, riesce a mantenere viva l’attenzione, grazie a dialoghi incisivi e situazioni inaspettate. La fotografia urbana e il sound design si intrecciano in modo efficace, arricchendo l’esperienza visiva e uditiva dello spettatore.
Tuttavia, non mancano delle critiche su alcune scelte narrative che potrebbero sembrare poco realistiche, soprattutto nelle reazioni di Mady. Nonostante ciò, l’alternanza di azione e introspezione regala al film una profondità che va oltre il semplice intrattenimento. Gli eventi della notte diventano metafore delle scelte che compiamo nella vita, mostrando quanto possa essere sottile il confine tra giusto e sbagliato.
In conclusione, “Night Call” non è solo un film d’azione; è una riflessione profonda sulle decisioni che prendiamo e sulle conseguenze delle nostre azioni. Il finale, ben costruito e sorprendente, offre una nuova prospettiva sull’intera vicenda, lasciando il pubblico con interrogativi sul significato di posto sbagliato e momento sbagliato. Il viaggio di Mady diventa così un percorso catartico che invita a riconsiderare i limiti di ognuno, consolidando l’opera di Blanchart come un debutto di grande impatto nel panorama cinematografico contemporaneo.