
Ecco alcuni retroscena su un attore noto per un cult della fantascienza.
1. Una diagnosi precoce e inaspettata
Nel 1991, sul set di “Doc Hollywood”, l’attore canadese notò per la prima volta un tremore persistente in una mano. Gli esami medici rivelarono la presenza del morbo di Parkinson, un disturbo neurologico tipicamente associato all’età avanzata, in un uomo di appena 29 anni. Scelse di mantenere privata questa notizia per quasi un decennio, proseguendo la carriera e gestendo i sintomi con la terapia, prima di un annuncio pubblico nel 1998.
2. Un periodo buio e la rinascita
La consapevolezza della malattia innescò in lui un periodo di profonda crisi, durante il quale l’alcol divenne un rifugio per affrontare la paura e il senso di smarrimento. Come ha lui stesso dichiarato, sembrava di star fuggendo dalla propria identità. Trovò poi la determinazione per uscirne, abbracciando uno stile di vita sobrio e decidendo di affrontare la sua condizione con coraggio e senza nascondersi.
3. L’impegno filantropico e il sostegno alla scienza
Nel 2000 ha dato vita a una fondazione no-profit dedicata esclusivamente alla ricerca sul Parkinson, oggi diventata un’entità di primo piano a livello mondiale. L’organizzazione si propone di accelerare lo sviluppo di nuove terapie attraverso il finanziamento di progetti scientifici. Uno degli studi sostenuti, condotto da un’università italiana, ha identificato una specifica proteina, la Sinapsina 3, la cui mancanza potrebbe proteggere i neuroni dalla degenerazione.
4. L’origine di un nome d’arte
Il suo vero nome è Michael Andrew Fox. L’aggiunta della “J.” centrale è un tributo a un altro attore, Michael J. Pollard, ma servì anche a evitare che il suo nome artistico suonasse, in inglese, come “Michael la volpe”.
5. Una filmografia ricca di successi
Prima di diventare un simbolo di forza, era già celebre per pellicole entrate nell’immaginario collettivo. Dopo i primi ruoli, la sua carriera è esplosa con “Ritorno al Futuro”, dove interpretava Marty McFly. Ha dimostrato la sua versatilità in una vasta gamma di generi, dalla commedia brillante al dramma, partecipando a titoli di grande successo.
6. Successo televisivo e voce per l’animazione
La sua ascesa è cominciata in televisione, dove un ruolo in una serie di grande popolarità negli anni ’80 gli è valso importanti riconoscimenti. È tornato al successo televisivo negli anni ’90 con un’altra serie acclamata. Anche dopo la progressione della malattia, ha continuato a comparire in numerose produzioni. Inoltre, ha prestato la voce a diversi personaggi animati di primo piano in film di successo.
7. L’addio alle scene
Nel 2021, attraverso la sua autobiografia, ha comunicato la decisione di ritirarsi dalla recitazione. Ha spiegato che le crescenti difficoltà legate alla malattia, come memorizzare i copioni, rendevano insostenibile il lavoro sul set. Pur avendo abbandonato l’attività artistica, rimane fortemente impegnato nella sua fondazione.
8. Un rapporto stabile e duraturo
Sul set di una celebre serie tv ha conosciuto quella che sarebbe diventata sua moglie, l’attrice Tracy Pollan. I due si sono sposati nel 1988 e hanno cresciuto quattro figli. Il loro matrimonio è considerato uno dei più solidi dell’ambiente hollywoodiano, e lei è sempre stata un supporto fondamentale nel suo percorso.
9. Una passione musicale giovanile
La sua relazione con la musica è cominciata all’età di otto anni, quando ha ricevuto in dono la sua prima chitarra. Questa passione non lo ha mai abbandonato ed è emersa in varie occasioni durante la sua carriera, aggiungendo un’ulteriore dimensione al suo talento artistico.
10. Un ruolo iconico che avrebbe potuto non essere suo
La parte che lo ha reso una star globale, Marty McFly, non fu inizialmente affidata a lui. Impegnato con altre riprese, il ruolo andò a un altro attore. Diverse settimane dopo, i registi ritennero che quell’attore non fosse adatto e lo sostituirono, aprendo la strada alla sua entrata in scena. Quel personaggio avrebbe poi definito la sua carriera e un’epoca.