Il cinema ha affrontato il tema del razzismo e della segregazione innumerevoli volte, ma raramente è riuscito a farci vivere queste esperienze in modo così intenso. Con grande coraggio, il regista RaMell Ross riesce a farlo con il suo film Nickel Boys, ispirato al romanzo di Colson Whitehead. Questo film ha avuto l’onore di aprire Alice nella Città 2024, parte della 19° Festa del Cinema di Roma, dopo le anteprime di New York e Londra.
La trama si basa su eventi realmente accaduti in un riformatorio giovanile degli anni ’60, noto come Nickel Academy. Qui, la segregazione razziale imposta dalle leggi Jim Crow portava a violenze inaudite, torture e omicidi. Ross utilizza una tecnica innovativa, adottando quasi esclusivamente l’inquadratura soggettiva, permettendo agli spettatori di vedere il mondo attraverso gli occhi dei protagonisti.
“Volevo che il pubblico sperimentasse cosa significasse essere una persona in quel periodo”, spiega Ross. Mentre alcuni uomini camminavano sulla Luna, altri lottavano per il diritto di sedersi dove volevano sugli autobus. Questo contrasto è al centro della narrazione.
Le uniche eccezioni all’uso dell’inquadratura soggettiva si hanno quando Ross si concentra su dettagli specifici, escludendo il contesto circostante. Inoltre, utilizza frequentemente immagini di repertorio che documentano i cambiamenti sociali e politici negli Stati Uniti tra gli anni ’50 e ’70. Una scena toccante mostra il giovane protagonista riflesso in una vetrina mentre le televisioni trasmettono le immagini di Martin Luther King.
Il film esplora un parallelismo tra i progressi nei diritti civili e il crescente razzismo nelle piccole città. Ethan Herisse interpreta Elwood, un ragazzo innocente arrestato per furto d’auto e rinchiuso nella Nickel Academy, dove scopre la dura realtà della discriminazione. La sua amicizia con Turner, interpretato da Brandon Wilson, diventa centrale nella sua lotta per la libertà.
Herisse racconta l’emozione e la paura che ha provato durante le riprese, sottolineando la fiducia che Ross riponeva in lui e negli altri attori. Questa esperienza unica ha permesso loro di immergersi completamente nel processo creativo, offrendo una visione autentica della realizzazione del film.
Nickel Boys rappresenta un caso raro in cui la scelta del punto di vista offre spunti di riflessione profonda. Quando il film termina, gli spettatori si sentono sollevati, come se fossero tornati da un incubo, ritrovandosi al sicuro nelle proprie vite privilegiate.