Il film La zona d’interesse, diretto da Jonathan Glazer, farà il suo ritorno nelle sale cinematografiche italiane dal 26 al 29 gennaio, in concomitanza con la Giornata della Memoria. Questa riprogrammazione arriva dopo un percorso costellato di successi e riconoscimenti, tra cui 171 nominations e 61 premi vinti, inclusi due prestigiosi Premi Oscar® per il miglior film internazionale e per il miglior sonoro.
Oltre ai riconoscimenti accademici, il film ha ottenuto anche il Gran Premio Speciale della Giuria al Festival di Cannes, oltre a tre premi BAFTA. Recentemente, è stato designato come “Film della Critica 2024” dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. La pellicola è stata lodata da figure del calibro di Steven Spielberg, che l’ha definita il miglior film sull’Olocausto dai tempi di Schindler’s List, e da Alfonso Cuarón, che ha proclamato il lungometraggio un capolavoro del secolo.
La critica ha accolto La zona d’interesse con entusiasmo, catalogandolo come un “capolavoro geniale”, un “lungometraggio necessario” e “epocale”. Grazie al suo linguaggio cinematografico innovativo e potente, il film ha saputo travalicare i limiti del grande schermo, trasformandosi in un tema di rilevanza attuale, oggetto di discussione tra opinion leader e taste maker.
Poche opere riescono a suscitare così tanto dibattito come la pellicola di Glazer, che ha incitato riflessioni e confronti su temi di grande importanza sociale e culturale. Anche le sue straordinarie performance al botteghino parlano chiaro: il film ha incassato ben 4.841.953,89€, attirando 723.008 spettatori durante la sua prima uscita.
La decisione di riproporre La zona d’interesse in occasione della Giornata della Memoria non è casuale. I distributori italiani, I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection, vogliono enfatizzare l’alto valore di testimonianza di quest’opera, che si pone l’ambizioso obiettivo di raccogliere l’eredità dei classici che hanno trattato l’orrore dell’Olocausto. Pellicole come Schindler’s List, Il Pianista, Train de Vie e La Vita è bella hanno aperto sentieri cruciali nella rappresentazione di una delle pagine più buie della nostra storia.
La trama inizia in una squisita villetta circondata da un giardino paradisiaco, ritraendo la vita quotidiana di una famiglia che ignora l’orrore distante al di là del muro. Questa situazione dà vita a un sconvolgente ritratto della banalità del male, invitando lo spettatore a riflettere sulla disconnessione tra la vita privata e la realtà storica.
Con uno stile visivo audace e innovativo, Jonathan Glazer offre una reinterpretazione unica del famoso romanzo di Martin Amis, portando il cinema verso nuove frontiere temporali e narrative. Con la sua emozionante ed estrema sperimentazione, il direttore ha saputo spingere il medium cinematografico avanti di un secolo, aprendo a nuove possibilità espressive.