
Dal 30 aprile, le sale cinematografiche italiane si preparano ad accogliere un’opera di grande rilevanza: La solitudine dei non amati (originale: Loveable), il primo film della regista e sceneggiatrice Lilja Ingolfsdottir. Questo dramedy norvegese offre uno sguardo profondo e sensibile sulle complesse dinamiche che coinvolgono maternità, carriera e identità all’interno del contesto familiare.
Il film è un’intensa riflessione sulla fragilità delle relazioni e sulla forza necessaria per riscoprire se stessi nei momenti di crisi coniugale. La storia ruota attorno a Maria, interpretata da Helga Guren, una donna di 40 anni che si trova a un punto di rottura, schiacciata dalle responsabilità di crescere quattro figli e da una carriera che minaccia di crollare.
Il marito di Maria, Sigmund, interpretato da Oddgeir Thune, è spesso in viaggio per lavoro, aumentando il peso delle sue responsabilità quotidiane. In questo clima di tensione, la frustrazione di Maria cresce e culmina in un acceso confronto quando Sigmund fa ritorno da un lungo viaggio. Le crepe nella loro relazione, una volta felice e armoniosa, diventano sempre più evidenti.
La solitudine dei non amati ha fatto il suo debutto mondiale al Karlovy Vary Film Festival, dove ha avuto l’onore di concorrere per il Crystal Globe, conquistando ben cinque premi, incluso il prestigioso Label Award. Questo riconoscimento sottolinea l’importanza del film nella scena internazionale, oltre alla sua partecipazione a numerosi festival cinematografici.
Con l’imminente distribuzione nelle sale italiane grazie a Wanted, il film promette di toccare le corde emotive del pubblico. Maria, dopo il conflitto con Sigmund, si ritrova costretta a confrontarsi con le sue paure e insicurezze, cercando un cammino per ricostruire la propria identità. In questo processo, trova supporto anche in una terapeuta, interpretata da Heidi Gjermundsen, che la aiuterà a fare i conti con il suo passato.
Il percorso di Maria non è solo quello di affrontare le difficoltà relazionali, ma anche di ricostruire nuove relazioni nella sua vita. In questo viaggio, si sforza di trovare un significato e una direzione come madre single, mentre mantiene la speranza di riunire la sua famiglia. Questo tormentato processo di crescita personale le impone di riconciliarsi con la sua storia e con le persone che la circondano, tra cui la figlia maggiore, Alma, interpretata da Maja Tothammer-Hruza, e sua madre, un ruolo ricoperto da Elisabeth Sand.
Il film rappresenta un viaggio doloroso ma necessario per Maria, un percorso che la porterà a scoprire nuovamente l’amore, iniziando con il più importante: l’amore verso se stessa. Con una narrazione profonda e personaggi ben delineati, La solitudine dei non amati invita gli spettatori a riflettere sul valore delle relazioni e sul coraggio richiesto per rinascere dopo una crisi.