Dal 31 ottobre, Netflix lancia la sua nuova serie tv “Inspira, espira, uccidi”, un intrigante mix di thriller e commedia che cattura l’attenzione fin dal primo episodio. La trama ruota attorno a Björn Diemel, un avvocato in carriera, interpretato da Tom Schilling, il quale si ritrova coinvolto in un mondo oscuro e pericoloso, dopo aver intrapreso un viaggio alla scoperta della mindfulness.
La vita di Björn è dominata dal lavoro, il che crea tensioni nelle sue relazioni familiari, specialmente con sua moglie Katharina (Emily Cox) e la loro giovane figlia Emily (Pamuk Pilavci). Per cercare di ristabilire un equilibrio tra vita professionale e vita privata, decide di partecipare a un seminario sulla mindfulness.
Tuttavia, quello che doveva essere un semplice corso per ritrovare la calma si trasforma in un incubo. Utilizzando le tecniche apprese con il suo cliente, un boss mafioso di nome Dragan Sergowicz (Sascha Geršak), Björn si ritrova coinvolto in una spirale di violenza e crimine, attirando su di sé l’attenzione della polizia e di una sinistra banda criminale.
Nonostante le avversità, il protagonista dimostra un sorprendente sangue freddo e inizia a reinventarsi. La sua nuova prospettiva lo porta a prendere decisioni estreme, incluse alcune che comportano la necessità di eliminare ostacoli dalla sua vita, un cambiamento drammatico nel suo approccio al mondo.
Adattato dall’omonimo romanzo di Karsten Dusse, che ha venduto oltre un milione e mezzo di copie in tutto il mondo, “Inspira, espira, uccidi” affronta temi complessi con un humour sottile e satirico. L’opera fa riflettere sul contrasto tra la frenesia della vita moderna e il desiderio di trovare un po’ di pace interiore.
Al centro della narrazione, troviamo la questione della consapevolezza, solitamente vista come una chiave per la serenità. Tuttavia, nel contesto della serie, questa viene reinterpretata in modo paradossale, portando il protagonista a utilizzare la mindfulness per prendere decisioni moralmente discutibili, fino ad arrivare all’omicidio.
Dusse ci offre uno spaccato della lotta di molti individui che cercano di bilanciare gli impegni lavorativi e le aspettative familiari, rivelando come queste pressioni possano portare a scelte drastiche. Björn rappresenta così una figura che, sopraffatta dagli obblighi quotidiani, si trova costretta a esplorare sentieri oscuri per riconquistare la propria libertà.
Un altro tema ricorrente è il desiderio di controllo: Björn cerca di riprendere in mano le redini della sua vita, ma le sue strategie lo conducono a esiti tragici. Invece di raggiungere la tranquillità, il personaggio trasforma la consapevolezza in uno strumento di eliminazione delle minacce, giustificando i suoi atti come necessari per preservare il proprio benessere.
L’ironia è palpabile in tutta la narrazione, poiché Dusse gioca abilmente con il contrasto tra la ricerca della pace interiore e i mezzi brutali con cui il protagonista tenta di ottenerla. Questo umorismo nero mette in evidenza le contraddizioni della società moderna, dall’ossessione per il successo alle mode superficiali legate al benessere psicologico.
In conclusione, la serie “Inspira, espira, uccidi” offre un’interessante riflessione sulla moralità e sulla giustizia, sfidando il pubblico a interrogarsi su dilemmi etici che emergono dalle azioni di Björn. In questo senso, Karsten Dusse mescola abilmente thriller e critica sociale, presentando uno sguardo penetrante sulla ricerca della felicità e della realizzazione personale in un mondo complesso.