Dal 30 ottobre, Netflix lancia la miniserie limitata “I quattro della Candelária”, un’opera che promette di catturare l’attenzione del pubblico grazie alla sua narrazione intensa e toccante. Raccontata attraverso gli occhi di quattro bambini, la serie si concentra sulle 36 ore antecedenti a uno degli eventi più drammatici della storia del Brasile, noto come il Massacro di Candelária.
Le vite di Douglas (Samuel Silva), Sete (Patrick Congo), Jesus (Andrei Marques) e Pipoca (Wendy Queiroz) sono al centro di questa storia, rivelando le sfide quotidiane che affrontano per sopravvivere nelle strade di Rio de Janeiro. Nonostante le difficoltà, questi giovani caratteri non smettono di sognare un futuro migliore, rendendo la trama straziante e piena di realistiche speranze.
La serie offre uno sguardo crudo e potente sulla vita nei contesti urbani difficili del Brasile, mescolando scene d’azione con elementi onirici per creare un’atmosfera unica. Prodotta da Jabuti Filmes e Kromaki, diretta da Luis Lomenha e Márcia Faria, la serie si distingue anche per la composizione del suo cast, prevalentemente formato da attori neri, sia davanti che dietro la telecamera.
Un aspetto particolarmente significante è la presenza di sopravvissuti al massacro, che hanno contribuito attivamente allo sviluppo della trama, apportando una dimensione di autenticità e testimonianza. Accanto ai giovani talenti, il cast include volti noti come Antônio Pitanga, Péricles, Leandro Firmino, Bruno Gagliasso, Maria Bopp e Stepan Nercessian, dando ulteriore valore alla produzione.
La serie affonda le sue radici nel cosiddetto Massacro della Candelária, avvenuto nella notte tra il 23 e il 24 luglio 1993. Questo tragico evento ha visto l’uccisione di otto bambini e adolescenti di strada, che cercavano rifugio presso la Chiesa della Candelária, un’importante cattedrale di Rio de Janeiro. Negli anni ’90, la città era segnata da una grave crisi di sicurezza, caratterizzata da alti livelli di violenza e povertà.
I bambini di strada, spesso orfani o abbandonati, vivevano in condizioni precarie e trovavano nella chiesa un riparo temporaneo dalle dure realtà delle strade. Tuttavia, erano anche soggetti a discriminazione e violenze da parte delle forze dell’ordine e gruppi paramilitari. Nella fatale notte del massacro, un gruppo di poliziotti militari e uomini armati aprì il fuoco sui giovani che dormivano, causando morte e ferimenti tra di loro.
Le indagini successive rivelarono che molti degli assalitori avevano legami con squadre della morte, che operavano nell’ombra per eliminare chi considerato indesiderato. Questo atroce episodio suscitò indignazione a livello mondiale e mise in luce il problema della violenza istituzionale, portando a proteste sia in Brasile che all’estero.
Nonostante la pressione internazionale e l’intervento di organizzazioni per i diritti umani, i risultati delle indagini furono deludenti. Sebbene alcuni poliziotti siano stati arrestati e processati, molti riuscirono ad evitare condanne severe, un fatto che ha alimentato il dibattito sulla giustizia sociale nel paese. Il Massacro della Candelária ha lasciato un segno profondo nella società brasiliana, diventando un simbolo della brutalità poliziesca e delle disuguaglianze sociali.