
Per amore di una donna, il nuovo film diretto da Guido Chiesa, debutta nelle sale italiane il 29 maggio grazie a Fandango. Questa pellicola ha ottenuto il prestigioso riconoscimento come miglior film del concorso “Per il Cinema Italiano” durante il Bif&st 2025, festival diretto dal critico Oscar Iarussi. Il cast vanta interpreti di rilievo come Mili Avital, Ana Ularu, Ori Pfeffer, Alban Ukaj e molti altri, con la partecipazione speciale di Menashe Noy e Moni Moshonov.
Il regista descrive il film come un intreccio misterioso tra due donne che, seppur separate nel tempo, sono collegate da un legame invisibile e indissolubile. La prima protagonista, Yehudit, vive negli anni ’30 in un villaggio rurale palestinese sotto mandato britannico, e il suo arrivo scatena una singolare saga amorosa. La seconda, Esther, è un’inquieta quarantenne americana senza radici nella terra natale, con rapporti familiari tesi e una vita priva di punti fermi.
La trama degli anni ’30 si ispira al romanzo The Loves of Judith dello scrittore israeliano Meir Shalev, figura di spicco della letteratura del Novecento. Al contrario, il racconto moderno di Esther è una creazione originale, che riflette il punto di vista degli italiani sul vissuto degli ebrei europei che, nel primo Novecento, emigrarono per costruire una nuova società basata su uguaglianza e solidarietà.
Nonostante le differenze culturali e temporali, il film riesce a sondare profondamente temi universali legati all’amore, alla scoperta di sé e alla verità personale. Esther e Zayde, altro protagonista chiave, affrontano un percorso emotivo simile a quello dei loro antenati, attraversando amore, morte e rinascita. Tale viaggio mette in luce l’importanza dell’empatia dinanzi alle difficoltà della vita.
Pur non essendo un film politicizzato, Per amore di una donna racchiude un messaggio potentemente politico: anche nei momenti più oscuri della storia, l’amore continua a generare famiglie e comunità, trascendendo barriere temporali e culturali. Questo rende il film una riflessione sull’universalità del destino umano e su come l’amore rappresenti la forza capace di salvarci.
La narrazione si sviluppa parallelamente in due epoche distinte. Negli anni ’70, Esther riceve una lettera dopo la morte della madre che la spinge a cercare una donna vissuta negli anni ’30 in Palestina, portatrice di un segreto cruciale. In Israele, la sua ricerca è supportata dal professor Zayde, la cui storia personale aggiunge profondità al racconto. Nel passato, Yehudit entra nella vita del contadino vedovo Moshe, cambiando irrimediabilmente le dinamiche del villaggio e coinvolgendo anche due altri uomini, Yaakov e Globerman, in un complicato intreccio emotivo.
Attraverso l’intreccio di passato e presente, Esther e Zayde arrivano a scoprire una verità inattesa sulle proprie esistenze, unendo così due storie che sembravano lontane ma sono in realtà indissolubilmente connesse. “Per amore di una donna” si impone così non solo come un viaggio emozionante nei sentimenti, ma anche come un’opera che invita a riflettere sul valore della memoria e dell’identità.