
L’isola di Andrea rappresenta l’ultima fatica cinematografica del regista e sceneggiatore Antonio Capuano, presentata in anteprima assoluta alla 82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nella sezione ufficiale Fuori Concorso. Il film, che arriverà nelle sale italiane nel prossimo settembre grazie alla distribuzione di Europictures, si configura come un intenso legal drama che affronta con profondità il tema della separazione familiare.
Al centro della narrazione si trovano due protagonisti di grande spessore: Teresa Saponangelo, nota per le sue interpretazioni in film come “È stata la mano di Dio” e “I Limoni d’inverno”, e Vinicio Marchioni, volto celebre di produzioni quali “Diamanti” e “Grazie Ragazzi”. Entrambi danno vita a una coppia separata alle prese con una dolorosa battaglia giudiziaria per ottenere l’affidamento del loro figlio, interpretato per la prima volta sul grande schermo dal giovane Andrea Migliucci.
Dopo il successo de “Il buco in testa“, Capuano torna a dirigere con la consueta sensibilità e rigore uno dei temi più complessi e delicati della società contemporanea: l’elaborato e spesso sofferto percorso di una separazione. Il regista, insignito nel 2022 del prestigioso David di Donatello alla carriera, ha dichiarato di aver concepito questo progetto con l’intento di creare una storia asciutta e frammentata in tre punti di vista distinti, in modo da «osservare la separazione da diversi angoli, restituendo immagini nitide e passaggi facilmente comprensibili».
La pellicola è caratterizzata da una messa in scena minimalista, con pochi ambienti selezionati, utilizzo di luci naturali e una predominanza di primi piani che consentono di entrare intensamente nelle emozioni dei personaggi. Marta e Guido, infatti, hanno deciso di interrompere il loro rapporto, ma la presenza del figlio unico Andrea, un bambino di soli otto anni, complica inevitabilmente questa rottura.
Nel tentativo di stabilire un ordine definitivo sulla frequentazione del bambino, entrambi si rivolgono al tribunale dei minorenni, chiedendo una sentenza che determini con precisione quanti giorni Andrea dovrà trascorrere con ciascun genitore. Il magistrato incaricato dispone pertanto colloqui e valutazioni approfondite che coinvolgono direttamente non solo i genitori ma anche il piccolo, chiamato a confrontarsi con le proprie emozioni e difficoltà legate a un equilibrio famigliare ormai mutato.
Attraverso questo processo giudiziario, emergono lentamente i disagi e i desideri di ciascun personaggio, portando alla luce dinamiche familiari complesse e spesso conflittuali. In particolare, Andrea manifesta il malessere dovuto alla sensazione di essere un oggetto conteso, amareggiato dal tempo sottratto a ciascun genitore, ma con un affetto indissolubile per entrambi.
Marta e Guido si trovano così a combattere con tutte le loro risorse emotive, tra atteggiamenti istrionici, nevrotici e talvolta evasivi, in una lotta silenziosa fatta di attese e speranze che l’altro possa cedere. Entrambi cercano disperatamente un nuovo equilibrio personale e familiare, consapevoli che la vita dopo la separazione richiede un adattamento profondo, costellato da ostacoli imprevedibili e occasionali colpi di scena.