
La vita va così di Riccardo Milani è stato scelto come film d’apertura della ventesima edizione della Festa del Cinema di Roma, in programma dal 15 al 26 ottobre 2025 presso l’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone. La pellicola sarà presentata fuori concorso nella sezione Grand Public, confermando l’intento di raggiungere un pubblico ampio e trasversale. La distribuzione nelle sale italiane è prevista a partire dal 23 ottobre 2025, data che segnerà l’inizio del dialogo con gli spettatori.
Regista affermato e versatile, Riccardo Milani porta sullo schermo una commedia corale che parla di scelte, memoria e identità. Tra i suoi precedenti titoli figurano Piano, solo, La guerra degli Antò, Il posto dell’anima, e successi recenti come Come un gatto in tangenziale e il seguito Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto. Milani ha alternato fiction a documentari di rilievo, consolidando una cifra narrativa capace di unire ironia e profondità emotiva.
L’opera racconta, con tono al contempo ironico e appassionato, una vicenda che si sviluppa nell’arco di vent’anni in un angolo incantato della Sardegna. La sceneggiatura, firmata da Riccardo Milani insieme a Michele Astori, prende spunto da una storia vera che ha avuto risonanza internazionale, approdata anche sulle pagine di numerose testate estere. Questo retroterra reale conferisce al racconto autenticità e tensione morale.
Al centro della trama c’è lo scontro tra destini opposti: da una parte Efisio Mulas, pastore solitario e custode di una tradizione che sembra svanire; dall’altra Giacomo, presidente di un importante gruppo immobiliare deciso a trasformare una costa incontaminata in un resort di lusso. Tra i due mondi si pone Francesca, figlia di Efisio, divisa tra le sirene del cambiamento e il legame profondo con la propria terra, e Mariano, capo cantiere pragmatico incaricato di mediare la trattativa.
La trama si scioglie quando l’ennesima offerta milionario viene respinta: il rifiuto di Efisio trasforma un negoziato in una vera e propria battaglia legale. Entra allora in scena Giovanna, una giudice nata e cresciuta in quei luoghi, chiamata a dirimere il conflitto tra interessi economici e diritti collettivi. Mentre le pressioni aumentano, la comunità si spacca tra chi vede nell’investimento l’opportunità di lavoro e chi teme l’annientamento dell’identità locale.
Il film esplora temi attuali e urgenti: la contrapposizione tra sviluppo economico e tutela del territorio, la memoria delle generazioni precedenti e la responsabilità individuale. Con uno sguardo che alterna commozione e leggerezza, Milani racconta come il rifiuto di un uomo possa assumere un valore collettivo, suggerendo che, a volte, proprio perché “la vita va così“, è necessario fermarsi e decidere da dove ripartire.
La scelta della Sardegna come luogo narrativo non è casuale: la costa meridionale, con i suoi paesaggi incontaminati, diventa protagonista e simbolo di uno scontro più ampio tra modernità e tradizione. La sceneggiatura copre un periodo di due decenni, permettendo di osservare l’evoluzione di una comunità e di sottolineare come le scelte individuali si intreccino con la storia collettiva. L’elemento della vicenda realmente accaduta aggiunge un ulteriore livello di tensione drammatica.
Il cast riunisce interpreti noti e talenti emergenti: tra gli altri figurano Virginia Raffaele, Diego Abatantuono, Aldo Baglio, Giuseppe Ignazio Loi e Geppi Cucciari. Le interpretazioni promettono di valorizzare la scrittura e la regia, offrendo contrasti emotivi e momenti di commedia che, pur leggeri, conservano una nitida carica di riflessione civile. L’intreccio tra personalità diverse arricchisce la narrazione e amplifica il confronto culturale insito nel racconto.
Essere scelto come film d’apertura della Festa del Cinema di Roma rappresenta per La vita va così un’importante vetrina istituzionale: la sezione Grand Public indica un orientamento verso un pubblico vasto, mentre la presenza fuori concorso permette di presentare l’opera senza la pressione di una competizione formale. Questo posizionamento aumenta le aspettative sulla capacità del film di avviare un dibattito culturale, oltre che di intrattenere.