
La tendenza dei biopic attraversa l’oceano come il rock negli anni ’50. Mentre Timothée Chalamet porta il suo Bob Dylan nelle sale italiane, sul piccolo schermo arriva un nuovo omaggio a un’icona della musica italiana – e in particolare napoletana – Peppino di Capri. Il film si aggiunge alla collezione di Rai Fiction, che ha già celebrato artisti come Mia Martini, Franco Califano e Nada. Champagne – Peppino di Capri, diretto da Cinzia TH Torrini, debutterà su Rai 1 il 18 febbraio, dopo il successo del suo precedente film su Gianna Nannini, Sei nell’anima.
Il ruolo di Peppino è affidato al giovane Francesco Del Gaudio, chiamato a interpretare l’iconico cantante attraverso un arco narrativo di quasi trent’anni. Le sue sfide sono molteplici: dall’adattamento dell’approccio recitativo, che cambia continuamente, fino all’interpretazione musicale, in cui Del Gaudio ha dovuto acquisire competenze come pianista e cantante. “Mio padre è un musicista e io ho iniziato a suonare a 3 anni, proprio come Peppino”, racconta Del Gaudio, sottolineando la sua connessione personale con le melodie del cantante.
La storia di Peppino di Capri prende avvio durante la Seconda Guerra Mondiale, quando il giovane artista intratteneva i soldati americani a Capri. Da lì, il film ci conduce attraverso il suo successo negli anni Cinquanta, sempre sostenuto dalla figura materna, interpretata da Antonia Truppo, e dall’ambivalente supporto paterno, interpretato da Gianluca di Gennaro. Il padre, infatti, desidera per lui un percorso musicale più tradizionale, esclamando: “sei famoso, non importante”. Con il progredire degli anni Sessanta, Peppino deve confrontarsi con nuove sfide, mentre il pubblico si orienta verso cantautori impegnati politicamente.
“L’amore è la vera rivoluzione; io non so cantare altro”, afferma Peppino, evidenziando il suo spirito romantico che permea il film. Gli sceneggiatori Michele Pellegrini e Maria Sole Limodio hanno sapientemente costruito la narrazione su queste fondamenta sentimentali, lasciando sullo sfondo l’aspetto professionale della carriera di Peppino. È proprio attraverso i suoi amori che il protagonista vivrà momenti di gioia e dolore, culminando con il suo clamoroso trionfo al Festival di Sanremo nel 1973.
In modo simbolico, il lancio del film avverrà proprio in occasione dello stesso festival, creando una chiusura del cerchio perfetta. La regista Cinzia TH Torrini ha condiviso la sua esperienza, dicendo: “È nata un’empatia dall’incontro con Peppino, che mi ha parlato con grande autoironia dei suoi alti e bassi”. Ha inoltre aggiunto che le emozioni dovevano essere al centro della narrazione, e grazie al contributo di Peppino, il film presenta una ricca tessitura emotiva.
Due figure femminili chiave guidano il racconto: Roberta, la prima moglie di Peppino, interpretata da Arianna Di Claudio, e Giuliana, la seconda moglie, il cui personaggio emerge nella seconda parte del film. Roberta si presenta come una donna carismatica e complessa, quasi un’antagonista nella storia, mentre Giuliana offre a Peppino un porto sicuro, ricollegandolo con il suo io più genuino. Gaja Masciale, interprete di Giuliana, ha descritto come questo personaggio fosse incredulo di essere scelta da una star come Peppino.
Questa rappresentazione complessa e profonda dipinge Peppino di Capri non come l’eroe tradizionale, ma come un artista sensibile, capace di affrontare le sfide della vita. I contrasti tra il lusso rappresentato dallo champagne e la semplicità di Capri rispecchiano la dualità della sua esistenza. “Le sfumature della tenerezza, della gentilezza e della fragilità umana sono ciò che mi interessa raccontare”, conclude Del Gaudio, evidenziando le molteplici dimensioni del carattere di Peppino.