
Playing God è il titolo che ha messo un pezzetto di Bologna sotto i riflettori internazionali: il cortometraggio animato firmato da Matteo Burani ha raggiunto un traguardo storico entrando nella shortlist dei 15 migliori cortometraggi selezionati per gli Academy Awards® 2026. Questo risultato rappresenta una consacrazione per l’animazione italiana, capace di competere sul palcoscenico mondiale con una proposta artistica originale e di forte impatto emotivo.
Per permettere al pubblico di scoprire questa opera, Playing God è reso fruibile gratuitamente su YouTube fino all’11 gennaio 2026. Si tratta di un’opportunità unica per apprezzare la maestria della stop-motion e la sensibilità narrativa del regista: il corto non è adatto ai bambini, per cui si consiglia la visione a un pubblico maturo e sensibile ai temi affrontati. Approfittate del periodo di libera visione per guardarlo e condividere la scoperta.
Il progetto nasce dallo Studio Croma Animation, realtà fondata dallo stesso Matteo Burani insieme ad Arianna Gheller. Lo studio rappresenta un laboratorio creativo dove si fondono arte della scultura e animazione tradizionale in stop-motion. Il risultato è un linguaggio visivo che valorizza l’handmade e la concretezza dei materiali, rendendo ogni inquadratura un piccolo capolavoro di tecnica e sensibilità artistica.

La trama di Playing God si concentra su uno scultore ossessionato dalla ricerca della perfezione: incapace di accettare i difetti delle sue opere, l’artista abbandona le sue creature d’argilla. Nel silenzio del laboratorio, però, queste figure prendono vita e reclamano un posto nel mondo, rivelando desideri e paure che il loro creatore aveva voluto ignorare. È una storia che esplora la relazione tra creatore e creatura, tra manualità e responsabilità emotiva.
Il regista definisce le creature del film come intenzionalmente disturbanti e scomode, un immaginario che induce a confrontarsi con ciò che normalmente si evita. Secondo Burani, dall’automatismo della paura può nascere nuova ispirazione: il corto diventa così un inno agli emarginati e ai rinnegati, mostrando come la forza possa emergere quando le fragilità si riconoscono e si uniscono per trovare senso e appartenenza.

Dal punto di vista tecnico, Playing God è una celebrazione dell’artigianato cinematografico: la stop-motion e le sculture in argilla richiedono tempi lunghi, cura nei dettagli e una sincronia perfetta tra movimenti e luci. Questo processo artigianale restituisce al film una materialità tangibile che difficilmente si ottiene con le tecniche digitali, valorizzando la profondità tattile delle figure e l’intensità espressiva di ogni scena.
Il cammino verso la statuetta d’oro è ancora lungo ma significativo: essere inseriti nella shortlist degli Academy Awards® 2026 significa entrare nella rosa dei potenziali nominati ufficiali e vedere l’opera valutata da una giuria internazionale. Per l’Italia si tratta di una possibile prima storica nell’animazione in questa categoria, un segnale che la creatività e la produzione del nostro paese stanno trovando sempre più spazio nel circuito globale dei premi cinematografici.

Oltre al valore artistico, la candidatura porta con sé una riflessione sul ruolo dell’animazione italiana contemporanea: giovani autori e studi indipendenti stanno ampliando i confini del linguaggio animato, mescolando tecniche tradizionali e sperimentazione narrativa. Studio Croma Animation è un esempio di realtà capace di coniugare mestiere e visione, contribuendo a far crescere la reputazione del nostro paese nel panorama internazionale.
Non perdete l’occasione di vedere questo gioiello di argilla e poesia: avete tempo fino all’11 gennaio 2026 per guardare Playing God su YouTube. La visione è gratuita, un invito a esplorare la bellezza imperfetta delle creature animate e a riflettere sui temi di esclusione, identità e riscatto che il corto propone con sensibilità e rigore estetico.
Il messaggio di fondo è potente e universale: da ciò che spaventa o respinge può nascere nuova ispirazione. Burani stesso lo descrive come un film che celebra la forza delle debolezze riconosciute e la solidarietà tra chi è marginalizzato. È un’opera che parla di appartenenza, di ricerca della propria dignità e del valore della vulnerabilità come risorsa creativa.
Ecco il corto di 9 minuti:



