
Primavera si presenta come un atteso esordio alla regia firmato da Damiano Michieletto, che porta sul grande schermo un intenso dramma musicale ispirato alla letteratura italiana. Il progetto nasce da una libera rielaborazione del romanzo vincitore del Premio Strega 2009, Stabat Mater di Tiziano Scarpa, pubblicato da Einaudi. Questa operazione di adattamento punta a coniugare rigore storico e sensibilità contemporanea, offrendo allo spettatore un racconto visivo che valorizza la musica e il sentire umano.
Il cast raccoglie interpreti di primo piano: Tecla Insolia interpreta una giovane e dotata violinista di nome Cecilia, mentre Michele Riondino veste i panni del celebre compositore Antonio Vivaldi. Completano il cast nomi come Andrea Pennacchi, Fabrizia Sacchi, Valentina Bellé e Stefano Accorsi, a sottolineare la vocazione corale e la solidità recitativa dell’opera. La distribuzione italiana è affidata a Warner Bros con uscita programmata per il 25 dicembre, data pensata per massimizzare visibilità e impatto emotivo.
La storia si svolge ai primi del Settecento, in un contesto storico e sociale molto suggestivo: l’ambientazione predominante è l’Ospedale della Pietà, a Venezia, allora il più grande orfanotrofio cittadino e centro di formazione musicale femminile. L’istituzione è celebre per la sua orchestra, considerata tra le più rinomate dell’epoca: un elemento che nel film diventa fulcro narrativo e sonoro, offrendo l’occasione per sequenze musicali evocative e ricche di pathos.
Nella trama, la protagonista Cecilia ha vent’anni e ha vissuto tutta la sua vita tra le mura della Pietà. La sua bravura come violinista è straordinaria, ma la sua libertà rimane limitata: può esibirsi soltanto all’interno dell’istituto e spesso dietro una grata per un pubblico di mecenati. È proprio questa condizione che alimenta il conflitto drammatico del film, tra desiderio di emancipazione artistica e vincoli sociali dell’epoca, fino all’arrivo che cambierà ogni prospettiva.
L’elemento di svolta narrativo è rappresentato dall’arrivo del nuovo insegnante di violino, Antonio Vivaldi. La sua presenza è descritta come un vero e proprio vento di primavera che scuote la vita di Cecilia: non solo come guida tecnica, ma anche come catalizzatore emotivo e intellettuale. Questa dinamica maestro-allieva viene sviluppata con delicatezza, cercando di rispettare la complessità storica e artistica dei rapporti all’interno dell’istituto.
Dal punto di vista produttivo e autoriale, Primavera rappresenta una scelta coraggiosa per Damiano Michieletto, noto soprattutto nel mondo dell’opera per il suo sguardo scenografico. La sceneggiatura è firmata da Ludovica Rampoldi, che ha curato l’adattamento dal romanzo in chiave cinematografica. Il risultato atteso è un dramma musicale che unisce rispetto per la fonte letteraria e ricerca di un linguaggio filmico capace di valorizzare suoni, costumi e regia attoriale.
Il film punta anche su una cura meticolosa degli elementi di scena: costumi d’epoca, scenografie veneziane e una colonna sonora in linea con il barocco sono ingredienti chiamati a rendere credibile l’atmosfera settecentesca. Le sequenze musicali, in particolare, promettono di essere uno dei punti di forza dell’opera, mettendo in luce tanto il talento delle interpreti quanto il ruolo centrale dell’orchestra nella vita dell’istituto.
Dal punto di vista distributivo e di ricezione, l’uscita natalizia affidata a Warner Bros suggerisce ambizioni sia commerciali sia critiche. Primavera potrebbe infatti inserirsi nel dibattito cinematografico stagionale, intercettando il pubblico appassionato di storie in costume, amanti della musica classica e spettatori in cerca di pellicole con forte impatto emotivo e valore artistico. Non è da escludere la partecipazione a festival nazionali e internazionali.
Oltre al valore estetico, il film ripropone temi di rilievo sociale e culturale: il rapporto tra libertà personale e istituzione, il ruolo educativo della musica nella formazione delle orfane e la centralità di Venezia come crocevia di esperienze artistiche. Mettere in scena una vicenda legata all’Ospedale della Pietà significa anche rilanciare la memoria storica di un luogo che ha segnato la storia musicale europea, contribuendo a far emergere figure come quella di Vivaldi.