
Reflection in a Dead Diamond, il nuovo thriller diretto da Hélène Cattet e Bruno Forzani, si prepara a conquistare il pubblico italiano: sarà nelle sale cinematografiche dal 3 luglio, grazie alla distribuzione di Lucky Red. Dopo la sua presentazione al prestigioso Berlinale 2025, il film si distingue come un’opera visionaria che reinterpreta i codici del cinema di spionaggio europeo e del giallo italiano, immergendo lo spettatore in un linguaggio visivo quasi ipnotico e sensoriale.
Ambientato nella suggestiva Costa Azzurra degli anni ’60, questo lavoro cinematografico racconta la storia di John D, un elegante settantenne dal passato enigmatico. Interpretato con maestria da Fabio Testi, John vive in un lussuoso hotel e si trova a fare i conti con un’esistenza segnata da tormenti interiori, sogni sfocati e ricordi che riaffiorano prepotenti. L’arrivo di una nuova vicina, misteriosa e affascinante, riaccende in lui memorie di quel decennio intenso in cui era una spia in un mondo in rapido cambiamento.
La trama si infittisce quando questa donna scompare senza lasciare tracce. La sparizione non solo scuote la quiete dell’hotel, ma spalanca le porte a un passato oscuro e dimenticato, riportando a galla ferite mai sanate e paure nascoste. John si ritrova così a domandarsi: sono tornati i nemici di un tempo o sta semplicemente sperimentando un confuso intreccio tra memoria e realtà? Questo dilemma diventa il fulcro narrativo che coinvolge lo spettatore in un’indagine tanto psicologica quanto fisica.
Al fianco di Fabio Testi, il cast di Reflection in a Dead Diamond si arricchisce di interpreti di grande calibro come Yannick Renier, Koen De Bouw e Maria de Medeiros, ognuno dei quali contribuisce a costruire l’atmosfera tesa e magnetica del film. La loro presenza caratterizza ulteriormente un’opera che miscela sapientemente suspense, fascino vintage e un’estetica raffinata tipica del cinema europeo d’autore.
Da un punto di vista stilistico, la pellicola si distingue per un approccio visivo innovativo, capace di trasformare ogni scena in un’esperienza quasi sensoriale, dove il tempo e lo spazio sembrano dilatarsi e la realtà si mescola con la percezione soggettiva del protagonista. Questa scelta registica amplifica il senso di mistero e inquietudine, rendendo il film un viaggio psicologico profondo e coinvolgente.
In conclusione, Reflection in a Dead Diamond non è soltanto un thriller: è un omaggio al cinema degli anni ’60, un’attenta rilettura dei generi classici del giallo e dello spy movie, rivisitati attraverso una lente moderna e sperimentale. Un’opera che invita gli spettatori a perdersi nei meandri di una trama intricata e avvolgente, lasciando aperto il confronto tra passato e presente, verità e illusione.
Per chi ama il cinema d’autore e le storie che stimolano mente ed emozioni, questo film rappresenta un appuntamento imperdibile.