
The Last of Us 2 ha rappresentato una svolta epocale nel mondo delle serie televisive tratte da videogiochi, offrendo un’esperienza narrativa intensa e cruda che ha lasciato il pubblico senza fiato. Con l’uscita della seconda stagione, trasmessa in contemporanea su Sky e NOW, la serie ha portato sullo schermo momenti di grande impatto emotivo, come la morte di Joel Miller, interpretato magistralmente da Pedro Pascal.
La scena che segna la fine di Joel è stata resa ancora più violenta e devastante rispetto al videogioco originale, suscitando una reazione emotiva profonda negli spettatori. Joel muore per mano di Abby, un personaggio la cui sete di vendetta è motivata dalle azioni passate di Joel stesso. Questo colpo di scena non solo sconvolge la narrazione ma introduce un nuovo tema centrale nella storia: la riflessione sull’inutilità della vendetta e il ciclo infinito di violenza che ne consegue.
Pedro Pascal, celebre attore anche per il suo ruolo in Game of Thrones, ha condiviso con il pubblico le sue emozioni riguardo a questa difficile scena: “Sono in una fase di negazione attiva… Ho pianto leggendo il copione”, ha ammesso. La sua performance rimane il cuore pulsante della prima stagione, e sebbene il suo destino nella serie sia segnato dall’inaspettato plot twist, il suo impatto rimane indelebile.
La morte di Joel non rappresenta solo la fine di un personaggio amato, ma funge da vero e proprio catalizzatore per tutta la trama della seconda stagione. Infatti, il percorso di Ellie, interpretata da Bella Ramsey, si trasforma radicalmente: da ragazza vulnerabile a protagonista centrale impegnata in una tormentata ricerca di giustizia e vendetta. Questo mutamento segna un’evoluzione significativa nel tono e nella profondità emotiva della serie.
Parallelamente, la figura di Abby, interpretata da Kaitlyn Dever, emerge con complessità e umanità, spingendo gli spettatori a un’empatia non scontata verso una “antagonista” il cui dolore e motivazioni sono chiaramente delineati. La narrazione sottolinea così come in The Last of Us nessuno esca realmente vincitore da questa spirale di vendetta e violenza: tutti i personaggi pagano un prezzo alto, spesso devastante.
L’adattamento televisivo, curato dai showrunner Craig Mazin e Neil Druckmann, ha saputo reinventare la storia originaria del gioco Naughty Dog, introducendo variazioni che amplificano l’intensità degli eventi. L’assalto a Jackson e la diversificazione dei punti di vista sono alcune delle innovazioni narrative che rendono la serie unica nel suo genere, mantenendo comunque un forte legame con il materiale originale.
Un ulteriore elemento di interesse è il futuro incerto del personaggio di Joel. Pur avendo perso la vita in modo drammatico, è possibile che torni in scena tramite flashback o altri espedienti narrativi. Pedro Pascal ha dichiarato di essere curioso di scoprire come gli autori svilupperanno la trama, lasciando aperta la porta a sorprese e approfondimenti futuri.
Oltre all’aspetto narrativo, la produzione si distingue per l’eccellenza tecnica e artistica: dalla regia precisa di Mark Mylod alla perfetta combinazione tra tensione emotiva e azione fisica. I momenti di silenzio, la cura dei dettagli e le performance attoriali creano un’atmosfera coinvolgente e autentica.
Pedro Pascal on if Joel’s arc in #TheLastOfUs Season 2 will deviate from the game | #Sundance pic.twitter.com/6iUBvMH6wM
— Deadline (@DEADLINE) January 19, 2024
Per il pubblico italiano, oggi più che mai, The Last of Us rappresenta un punto di riferimento imprescindibile per tutti gli appassionati di narrazione seriale contemporanea, capace di combinare elementi post-apocalittici con un’analisi intima e psicologica dei suoi protagonisti. La serie continua a conquistare grazie alla sua audacia e alla qualità delle sue interpretazioni, confermandosi un prodotto di punta per HBO, Sky e NOW.